L'avvocato Antonio Dello Preite cura la rubrica dedicata all’analisi di problemi di natura legale per Luceraweb
Caro Avvocato,
sono uno studente che frequenta l'università a Milano. Ovviamente ho dovuto prendere casa a Milano e il proprietario non ha voluto stipulare nessun contratto. Dovendo fare domanda di borsa di studio ho dovuto dichiarare anche l'importo del canone di locazione, l'indirizzo dell'appartamento e il nome del proprietario.
Siccome non volevo incorrere in eventuali sanzioni dovute all'assenza di un regolare contratto, non volevo dichiarare il prezzo dell'affitto, ma l'impiegato mi ha assicurato che quella che stavo compilando era solo un'autocertificazione e che non ci saranno controlli.
Volevo sapere: nel caso ci fosse un controllo da parte della Finanza, sarei passibile di eventuali sanzioni? E se così fosse, posso difendermi in qualche modo oppure no, essendo in difetto?
Considero la sua collaborazione con LuceraWeb particolarmente utile per molti internauti come me che possono attraverso una breve risposta chiarirsi molti dubbi.
La ringrazio e la saluto.
(Francesco, e-mail)
Il suo timore nasce da alcuni concetti giuridici errati che sono molto diffusi. Il nostro sistema prevede che la forma scritta sia un requisito essenziale soltanto per determinati contratti (art. 1350 Codice Civile - forma scritta "ad substantiam") e lascia libertà di forma per il resto: questo vuol dire che, per molti contratti, vale anche l'accordo verbale e, se c'è lo scritto, tanto meglio (forma scritta "ad probationem").
Precisato questo, la locazione rientra fra i contratti per i quali non è necessaria la forma scritta e, da quanto mi dice, il contratto c'è in tutte le sue caratteristiche. Infatti si è concluso un accordo tra Lei ed il padrone di casa secondo gli schemi di un contratto tipico con causa lecita (il godimento dell'immobile in cambio del corrispettivo o canone). Quindi Lei sbaglia nel dire che non c'è un contratto (non per sua colpa, perché come Le dicevo, sono in tanti ad essere erroneamente convinti che, non essendoci una "carta scritta" non c'è contratto).
Accertato che il contratto c' è, con tutti i diritti, doveri e tutele anche giudiziarie del caso, il suo timore è di natura fiscale. Ma anche qui la Sua responsabilità è veramente "limitatissima" (non altrettanto lo è quella del padrone di casa). La normativa fiscale prevede che su ogni rapporto locativo deve essere pagata una "tassa" che è quella di registro (se non vado errato, dovrebbe essere del 3% sul canone annuo). Questa somma deve essere corrisposta annualmente e rispondono in solido i contraenti (cioè risponde o l'uno o l'altro per il dovuto). La sanzione (e qui lei potrebbe essere chiamato a rispondere in solido con il padrone di casa) scatta per l'omessa registrazione, ma sono cifre in percentuale comunque molto basse, si calcolano in base al decorso del tempo e sono sanabili con il versamento anche tardivo). Tuttavia - mi si consenta - chi deve preoccuparsi in caso di accertamento fiscale non è Lei, ma il padrone di casa. Non occorre essere dei geni per capire che il Nostro - e questo a suo rischio e pericolo - non vuole far risultare per iscritto alcun rapporto per non dichiarare al fisco quello che percepisce dalla casa a lei concessa in locazione. In questo caso scattano sanzioni piuttosto "dolorose". Perciò, su questo Lei può stare tranquillo. Su ciò che, invece, Le ha riferito l'impiegato non sono d' accordo. I controlli possono esserci e ci sono, sia perché Lei ha compilato l'autocertificazione (che è una dichiarazione solenne e che ha risvolti penali in caso di affermazioni non veritiere) e sia perché lo Stato deve erogare soldi a soggetti che, magari (certamente non sarà il suo caso), non hanno i requisiti per godere della borsa di studio e "ci provano", anche con false autocertificazioni.
Avvocato Antonio Dello Preite
Settimanalmente i lettori potranno trovare risposta a quesiti generici curati dall’avvocato Antonio Dello Preite.
Questa rubrica, che ha anche uno spazio fisso nella colonna di sinistra della home page, tuttavia, non rappresenta in alcun modo una consulenza legale, ma soltanto una divulgazione ed un chiarimento di argomenti giuridici generali ed impersonali. I lettori non possono formulare quesiti che, per specificità più o meno complessa, richiedano uno studio approfondito e, quindi, una vera e propria consultazione professionale.
Per sottoporre domande all’avvocato Dello Preite è possibile scrivere a: a.dellopreite@luceraweb.com