18/11/2005 21:03:30

L'avvocato Antonio Dello Preite cura la rubrica dedicata all’analisi di problemi di natura legale per Luceraweb

 

Egregio Avvocato,

Le volevo porre una questione. Da studentessa fuori sede sono costretta ad utilizzare spesso e mal volentieri i treni delle ferrovie dello stato (anche se privatizzate). L'ultima disavventura che mi è capitata non voglio che passi inosservata ed è per questo che le chiedo un parere. Sono partita da Reggio Emilia nella notte tra il 29 e il 30 ottobre con un intercity su cui avevo un posto prenotato.

Il punto è che la carrozza su cui avevo la prenotazione era stata soppressa senza aver diffuso alcuna comunicazione in precedenza. Il treno era stracolmo e c'era gente ovunque. Il controllore in un primo momento mi aveva assicurata che a Bologna, scendendo dal treno, ci sarebbe stato un pullman sostitutivo, poi ha cambiato più volte versione fino alla conclusione che a Bologna ci sarebbe stato un treno speciale e avrebbe aspettato noi avventurieri.

Invece alla stazione di Bologna il controllore, che precedentemente mi aveva anche offesa, mi ha indicato un treno che non era affatto destinato solo a noi, ma era un espresso che a bordo aveva il doppio della gente che c'era sul nostro intercity.

A questo punto ho deciso di ritornare al mio primo treno e ho trascorso le mie quasi 8 ore di viaggio sdraiata come un animale nel corridoio con la gente che mi passava sopra, costretta spesso ad alzarmi per permettere il passaggio ad altra gente con le  valigie.  Ora io vorrei chiedere come sia possibile una cosa simile?

Sono stati violati tutti i diritti di un viaggiatore e di un uomo? Come mi posso muovere nei confronti delle ferrovie dello stato?

Distinti saluti

Giulia (e-mail)


Leggendo la sua lettera non ho potuto fare a meno di ritornare indietro con i miei ricordi di studente quando trascorrevo la notte nel "rapido"  (oggi "intercity") Foggia - Roma nelle stesse condizioni da Lei descritte.
Vedo che le cose non sono cambiate molto, anche se di buono, oggi, almeno c'è qualcuno che protesta.

I suoi diritti di viaggiatore sono stati certamente bistrattati e, come dico sempre, ogni cittadino può chiedere soddisfazione davanti all'Autorità Giudiziaria, sempre che, ovviamente, ne valga la pena.
Il suo rapporto con il servizio ferroviario (la Trenitalia Spa che, nell'ambito della privatizzazione, ha sostituito le vecchie FF.SS) è un vero e proprio contratto di trasporto, regolato dagli artt. 1678 e seguenti del Codice Civile.
La normativa specifica sulle modalità del trasporto sui reclami è tutt'oggi ancora disciplinata dal regio decreto legge 11.10.34 n° 1948, con successive modificazioni (il cosiddetto "regolamento").
Debbo dire, tuttavia, che una responsabilità della Trenitalia Spa, potrebbe essere riconosciuta soltanto se ne fosse a Lei derivato un vero e proprio danno.

Nel suo caso, parliamo invece di un disagio derivante da un inadempimento (soppressione della carrozza dove lei aveva la prenotazione senza preavviso) che dà diritto, semmai, ad un rimborso parziale del prezzo del biglietto.

Ma anche qui, sfogliando il regolamento, il parziale rimborso potrebbe non essere riconosciuto perché esso è dovuto "quando sia impedito di continuare il viaggio conformemente all'orario per mancata coincidenza dipendente dal ritardo o dalla soppressione del treno (non della carrozza, attenzione) o da interruzioni di servizio e (il viaggiatore) non intenda di valersi di mezzi che, giusto il disposto dell' art.9, l'amministrazione gli offra."
Inoltre, prosegue il regolamento, "non vengono compresi nel rimborso, i supplementi pagati per posti riservati nelle carrozze".
Il regolamento, inoltre, prevede una rigida ed immediata formalità per i reclami (da farsi esclusivamente per iscritto immediatamente al Capostazione della stazione d' arrivo), con brevissime prescrizioni dei vari diritti.

Lei, dunque, non avendo subito ritardo ed avendo rifiutato il cambio del treno offerto a Bologna, non ha diritto al parziale rimborso (almeno secondo quanto previsto dal regolamento).
In effetti, il problema da Lei sollevato, attiene ad una più ampia sfera di rapporti esistenti tra chi offre un servizio in regime di monopolio e l'enorme massa di utenti che deve necessariamente avvalersi di quell'unico gestore: la Spa Trenitalia (e questo vale per tutti i colossi che gestiscono un servizio come la Telecom o l’Enel, etc.) si tutela contrattualmente con delle clausole predefinite che limitano la sua responsabilità e sono - ovviamente -  a suo favore.
Debbo dire che buoni passi si stanno facendo con l'introduzione dei "contratti del consumatore" nel nostro Codice Civile (artt. 1469 - bis e seguenti): in buona sostanza (e questo anche sotto la spinta delle sempre più numerose associazioni di consumatori) si sta tentando di controbilanciare i rapporti gestore-consumatore con una sempre più penetrante tutela delle ragioni di quest'ultimo, ritenuto, a buon diritto, contraente più debole.

Probabilmente, in un futuro non troppo lontano, casi come il suo potranno avere la giusta soddisfazione.


Avvocato Antonio Dello Preite

www.avvdellopreite.it

Settimanalmente i lettori potranno trovare risposta a quesiti generici curati dall’avvocato Antonio Dello Preite. 

Questa rubrica, che ha anche uno spazio fisso nella colonna di sinistra della home page, tuttavia, non rappresenta in alcun modo una consulenza legale, ma soltanto una divulgazione ed un chiarimento di argomenti giuridici generali ed impersonali. I lettori non possono formulare quesiti che, per specificità più o meno complessa, richiedano uno studio approfondito e, quindi, una vera e propria consultazione professionale.

 

Per sottoporre domande all’avvocato Dello Preite è possibile scrivere a:

a.dellopreite@luceraweb.com

 

 

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