Pitta, i carabinieri e i reati in città
Da tre mesi a questa parte, a Lucera sono stati registrati almeno sei o sette arresti riguardanti reati che hanno direttamente a che fare con la vivibilità, l'ordine pubblico e la salvaguardia del patrimonio privato. Sono addirittura quattro nelle ultime due settimane, media che smentisce chiaramente quanto affermato più volte dal sindaco Giuseppe Pitta sulla narrazione che i reati in città siano in calo.
È molto più probabile invece che forse negli ultimi tempi emergessero con minore frequenza, confermando la tesi, ormai compresa pure dalla gente comune, che i dati forniti dalle cosiddette istituzioni sono il frutto del loro stesso lavoro svolto.
Da tre mesi a questa parte qualcosa deve essere cambiato, anche nella percezione di impunità che certe categorie di malviventi avevano nel venire o muoversi liberamente sul territorio rispetto al recente passato. Non che adesso sia un luogo completamente bonificato, anzi, ma almeno la popolazione avverte una presenza diversa dello Stato, a giudicare dall'esultanza con cui saluta le attività messe in campo dalle forze dell'ordine.
In realtà l'unico vero elemento di cambiamento in città riguarda l'arrivo di un nuovo comandante della Compagnia carabinieri. E la recente "scoperta" di truffe, furti e spaccio di droga sono frutto di precise e pianificate attività di controllo disposte dal capitano Federico Di Giovanleonardo. Negli ultimi anni, invece, non se ne sono viste granché in città, almeno a giudicare dai risultati numerici, ma se poi siano state effettuate, sono in pochi ad essersene accorti.
Deve averlo capito perfino Pitta, la cui Amministrazione continua a non voler discutere pubblicamente il problema sicurezza, mentre ora si è messo a fare pure l’influencer dei militari, facendosi tenere costantemente informato da Via San Domenico, precipitandosi poi a ringraziare via social a ogni arresto effettuato, forse dimenticando che sarà un giudice a stabilire l'esistenza di un reato e la sua eventuale punibilità.
Lo facesse un qualunque cittadino della strada, sarebbe pure comprensibile, ma è alquanto singolare che questo piglio giustizialista provenga da chi è avvocato di professione e politico di area centro-sinistra, comunque attento a proporre o avallare con precisione chirurgica pure le cittadinanze onorarie (già programmate) nel settore.
Ma siccome le opinioni lasciano sempre il tempo che trovano, certe posizioni vanno suffragate da studi e approfondimenti. Chissà se vanno bene quelli svolti dal Sole 24 Ore che ha confermato quanto Luceraweb dice da sempre, e in particolare nell'ultimo anno, specie dopo aver ricevuto la pubblica accusa di allarmismo sull'argomento. Esattamente un mese fa, il quotidiano di Confindustria ha analizzato i contenuti della banca dai interforze del ministero degli Interni, da cui è venuto fuori che Foggia è la provincia pugliese con il più alto indice di criminalità, al 23° posto tra quelle italiane. Seguono Barletta-Andria-Trani al 39° posto, Bari al 43°, Brindisi al 71°, Lecce al 78° e Taranto all’84°. La Capitanata è pure la terza per usura, quinta per omicidi colposi, quarta per incendi e seconda per danneggiamenti seguiti da incendi.
Inoltre, secondo il “Dossier sui furti di veicoli 2024” elaborato da LoJack Italia sui dati forniti dal Ministero dell'Interno nel 2023, in Italia si sono verificati oltre 131.000 furti, ovvero un 7% in più rispetto al 2022, con Campania, Lazio, Puglia, Sicilia e Lombardia come regioni più colpite.
Ora, siccome le fonti sono le stesse e rigorosamente istituzionali, qualcuno per favore chieda a Pitta se i reati sono in calo secondo quello che va dicendo lui, o se sono in aumento nei fatti a cui devono assistere (e subire) i cittadini.
Riccardo Zingaro
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